A cura di Antonella Cocetta

Per contrastare il riciclaggio di denaro (l’insieme delle tecniche utilizzate per “ripulire” i profitti frutto di comportamenti illeciti), già nel 1989 fu creato il Gruppo d’azione finanziaria internazionale, un organismo intergovernativo che elabora gli standard per le politiche antiriciclaggio e monitora la sua costante attuazione da parte di tutti gli obbligati. Le normative antiriciclaggio, poste in essere dai governi e dalle Istituzioni finanziarie mondiali, sono volte a dissuadere i criminali dall’intraprendere attività illegali, a garantire che tutte le transazioni economiche siano legittime e che entrambe le parti coinvolte siano conosciute. Le banche, le assicurazioni, le professioni giuridiche e contabili sono, così, obbligate a raccogliere informazioni relative ai loro clienti e a verificarle attraverso fonti indipendenti e affidabili. Spesso le domande che le banche fanno prima di aprire un conto corrente o durante la durata del rapporto continuativo, possono apparire inopportune o come invasive della privacy. Ma è doveroso riconoscere che tutti i dati sono fondamentali per poter mettere in atto le misure volte a evitare il riciclaggio di denaro e vengono custoditi gelosamente in database o archivi interni alla banca.

Conosci il cliente

Lo strumento utilizzato per raccogliere le informazioni è comunemente detto “questionario antiriciclaggio” (o “conosci il tuo cliente”): un adempimento normativo oneroso in termini di tempo e di risorse impiegate, in quanto deve essere costantemente aggiornato e oggetto di verifiche periodiche. Gli obblighi di adeguata verifica costituiscono l’ossatura centrale degli adempimenti in capo agli intermediari e sono declinati in funzione della valutazione del cliente e del suo profilo di rischio di riciclaggio utilizzando parametri quantitativi e qualitativi. Profilo di rischio che è strettamente connesso all’attività svolta, alla tipologia di rapporto acceso con la banca, alla “storia personale” e a ogni altra informazione che consenta il corretto adempimento degli obblighi di adeguata verifica e che il cliente è tenuto a fornire per iscritto. Ci sono tre tipi di adeguata verifica della clientela: l’ordinaria, la semplificata e la rafforzata, che si differenziano in base all’estensione, alla profondità e alla frequenza degli aggiornamenti, dei controlli e del monitoraggio.

Stop alle Operazioni

È importante sapere che nel caso non si riesca a effettuare l’adeguata verifica di un determinato cliente (per mancate risposte o altri motivi), ai sensi delle disposizioni Antiriciclaggio, le banche si devono astenere dall’instaurare, eseguire ovvero proseguire il rapporto e le operazioni con quel cliente, fino ad arrivare al caso limite dato dall’interruzione del rapporto. Questo a significare come, per il nostro Legislatore, il rispetto della normativa e la correttezza negli affari si pongano a un livello superiore rispetto agli interessi economici di qualsiasi soggetto privato. Infatti il riciclaggio e le altre condotte finanziarie illecite, destabilizzano i mercati, la concorrenza e la crescita economica. In tal senso, una rete globale antiriciclaggio, con una governance integrata tra varie istituzioni e organismi, può portare grandi vantaggi alla collettività, rendendo il passaggio dei capitali dal sommerso al pulito sempre più complicato.

Prevenzione

La prevenzione ha, in questo campo, un vantaggio estremo e l’attività di “conosci il tuo cliente” è determinante per l’efficacia dell’intero processo: rende meno rischioso il quadro finanziario, consente alle banche di concedere maggiori prestiti, favorisce gli investimenti e, di conseguenza, lo sviluppo dell’economia locale e il benessere delle comunità.