A meno di un anno di distanza dall’incendio che l’aveva per larga parte distrutta, la latteria di Ovaro (UD) appartenente al gruppo Pezzetta è rinata dalle proprie ceneri.

L’impianto di produzione, riaperto da poco, lavorerà presto a pieno regime: nel 2022, lo stabilimento trasformerà ogni giorno 150 quintali di latte. Caratteristica particolare dell’impianto è di essere estremamente all’avanguardia sotto il punto di vista tecnologico, integrando diversi sistemi automatizzati: “Produciamo  formaggi tradizionali  con strumenti innovativi” ha spiegato il presidente di Artelatte, Marco Pezzetta.
Oltre ai tipici formaggi friulani come il Montasio e il latteria ‘DAVAR’ lo stabilimento produrrà anche caciotta vaccina e caprina, mozzarella fiordilatte ed un’ampia gamma di ricotta fresca di capra e di mucca, affumicata nelle varie derivazioni – da tavola, friulana pressata e di montagna, versioni molto utilizzate nella cucina friulana come ingrediente e condimento delle pietanze. L’azienda riprenderà anche la propria produzione di occhione, un formato da 10-12 chili che deve il suo nome ad una occhiatura pronunciata: il gusto è piuttosto deciso  e si avvicina parecchio  a quello tipico dei formaggi alpini. Ci sono poi la caciotta di capra, il dolce capra che, insieme allo Zoncolan, (un formaggio di capra stagionato) completano la gamma dei caprini. C’è poi il San Martin, un formaggio da 5 chili ottenuto con latte crudo vaccino, una novità nata poco prima che lo stabilimento di produzione venisse danneggiato dall’incendio. 
Lo stabilimento di Ovaro, che nei propri processi utilizza unicamente latte friulano, è tra i pochi che può fregiarsi di una duplice produzione di Montasio, annoverando tra i propri formaggi sia quello classico che quello PDM (prodotto di montagna).

“Vorremmo brandizzare i nostri marchi non solo con il cluster IoSonoFvg, al quale abbiamo aderito con entusiasmo, ma anche con un ulteriore bollino che certifichi il nostro format di formaggi di montagna” ha commentato a tal proposito il presidente Pezzetta. “Non sono molte le aziende in grado di abbinare le nostre due caratteristiche, ovvero usare materie prime provenienti dalla montagna e avere uno stabilimento produttivo situato anch’esso in quota”. 
“Siamo riusciti a rialzarci da una situazione drammatica: mantenere la produzione in altri siti per rimanere sui banchi di vendita, tenendo vicini i produttori di late e il mercato, e questa è stata la nostra arma vincente. Devo ringraziare i nostri dipendenti ed in particolare David Urban, amministratore e principale fautore della ripresa. Oltre che Prima Cassa, una banca che ci è stata sempre molto vicina, nel corso degli anni. Radicata, come noi, sul territorio” ha spiegato Pezzetta. “Prima dell’incendio stavamo lavorando ad un ampliamento di oltre 1000 metri quadri, tanti quanti ne sono stati rasi al suolo, ma da buoni friulani, non ci siamo persi d’animo. Ora, insieme allo stabilimento, abbiamo aperto anche uno spaccio, insieme ai progetti di espansione e consolidamento”.