Intervista a Davide Maggi, professore ordinario di Economia aziendale all’Università del Piemonte Orientale.

Il professore Davide Maggi è intervenuto recentemente a Udine, in occasione di una lezione alla Spes (Scuola di Politica ed Etica Sociale) di Udine, diretta dal professor Luca Grion, approfondendo il tema del futuro del lavoro.

Oggi si sente parlare sempre più spesso di “finanza etica” e di “investimenti responsabili”. Concretamente di cosa si tratta?

Come per tutti i fenomeni in divenire, non è facile definire la finanza etica in modo esaustivo. La finanza etica, infatti, sta prendendo sempre più piede nel mondo e le sue strade non sono sempre le stesse. Tuttavia, l’obiettivo di fondo che, generalmente, viene riconosciuto alla finanza etica è quello di utilizzare il denaro raccolto dai risparmiatori e lavorare per il bene comune con un impatto ambientale, sociale e di governance positivo, quindi nel rispetto dei criteri ESG.
A una più attenta analisi, tuttavia, si possono individuare tre ambiti nei quali la finanza etica trova spazio. Il primo è quello riferito al sostegno di obiettivi sociali e umanitari spesso localizzati in Paesi in via di sviluppo. Il secondo ambito orienta gli investimenti in settori che sono giudicati etici dal finanziatore, intesi a migliorare e a far progredire imprese che si impegnano nell’ambiente, nella cultura, nell’arte e nel sociale e che, invece, non operano in altri settori giudicati non etici quali, ad esempio, il settore del tabacco, della pornografia, degli armamenti, ecc. Il terzo ambito si riferisce principalmente ad aspetti normativi, ossia il rispetto di codici etici aziendali generalmente improntati sul principio di innocuità (ossia del non danneggiare).
Come si può vedere, la tassonomia in base alla quale far rientrare il concetto di finanzia etica è molto varia e articolata, spesso difficile da confinare in ambiti definitori precisi. Nell’ottica del risparmiatore, tuttavia, la seconda accezione è quella generalmente presa a riferimento per identificare prodotti di finanza etica.

Tali prodotti finanziari sono un “lusso per ricchi” o rappresentano un buon investimento anche dal punto di vista economico?

Diverse ricerche condotte in materia dimostrano come gli investimenti in fondi etici presentino performance interessanti anche dal punto di vista economico, a confronto con quelli cosiddetti tradizionali. Anzi, si è osservato che nei periodi di maggior volatilità dei mercati finanziari, gli investimenti etici mantengono una maggior stabilità dei valori.

Rispetto all’insieme complessivo degli strumenti d’investimento qual è la propensione delle persone a investire nella finanza etica?

Una ricerca recente della Consob, presentata nei quaderni “Interesse per gli investimenti sostenibili” e “Scelte finanziarie delle famiglie italiane” riporta che la percentuale degli investitori interessati a questo tipo di investimento è cresciuta, passando dal 60% nel 2019 al 74% circa nel 2021.

La crescita della finanza etica contribuisce realmente a cambiare le politiche aziendali delle imprese?

Come insegnava un antico testo cinese, il Guanzi, scritto intorno al 250 a.C., le monete sono come i canali e i fossati: come i canali che indirizzano l’acqua che scorre verso i campi, o come vene e arterie che incanalano il flusso di sangue, la moneta è il canale attraverso il quale fluisce l’attività economica. Attualizzando il discorso, questo significa che le decisioni degli investitori di indirizzare i loro investimenti verso ambiti nei quali è rilevante la sostenibilità non solo economica, ma anche sociale e ambientale, incanala le decisioni imprenditoriali verso formule gestionali capaci di contemperare queste variabili. La finanza, vista da questo angolo visuale, può dunque essere un importante fattore di stimolo per creare attività economiche capaci di includere, nel loro agire, pure il bene comune.

Anche un piccolo risparmiatore può fare “politica col portafoglio” (azionario)?

Il piccolo risparmiatore lo può fare, ad esempio, partecipando a un fondo comune d’investimento che orienta le sue scelte in senso etico, ossia chiede alle aziende target determinati standard sociali e/o ambientali. Compito del risparmiatore è quello di raccogliere informazioni e documentarsi sulle diverse opportunità. Attraverso i canali digitali o anche rivolgendosi a operatori qualificati con una dimostrata competenza nel settore della finanza etica, è possibile acquisire consapevolezza sulle azioni da intraprendere per indirizzare, nel modo desiderato, i propri investimenti.