Dopo oltre 120 anni si ri-scopre la modernità del Credito Cooperativo.

Negli ultimi anni, anche a seguito della grande crisi mondiale, abbiamo avuto modo di assistere a un dibattito fra gli economisti (e non solo fra loro!) sull’incapacità dei modelli economici in auge di saper leggere e interpretare (ma soprattutto di dare risposte), gli andamenti sociali, economici e finanziari. La scienza economica ha (meglio: deve avere!) al centro della sua osservazione la Persona, il suo benessere e la sua dignità nel contesto delle relazioni umane. E la qualità di queste relazioni non può essere misurata o apprezzata solo facendo riferimento a un prezzo monetario che emerge da un rapporto di scambio commerciale. Non è un caso che i primi economisti (da Adamo Smith e Antonio Genovesi in poi), fossero dei filosofi morali ed è evidente a tutti come, sempre di più, l’economia abbia bisogno di vedere la realtà in un tutt’uno complessivo o, per usare una concetto che ora va di moda, olistico.
Nelle ultime settimane la notizia che i top manager delle pi  grandi imprese al mondo si stanno interrogando su questi temi ha fatto il giro del mondo. Ben venga che la discussione dai tavoli accademici (dove di economia “si parla”) si sia spostata nei vertici delle aziende (dove l’economia “si fa”) e a noi, piccola cooperativa di credito, compete il compito di collegare queste grandi discussioni planetarie con il quotidiano operare della nostra Gente nelle nostre Comunità.

E questo ci porta alla riscoperta della straordinaria attualità del nostro modello di Credito Cooperativo! Quante parole! Alla fine siete banche come tutte le altre! Sentiamo spesso ripetere questo ritornello e non ci stanchiamo mai di rispondere che, mentre per le banche spa il fine ultimo è la massimizzazione del profitto per poter distribuire il massimo dividendo possibile ai soci, nel caso di una Cassa di Credito Cooperativo come PrimaCassa, la linea guida, cardine del nostro operare, è l’art.2 dello statuto sociale: “Nell’esercizio della sua attività, la Società si ispira ai principi dell’insegnamento sociale cristiano e ai principi cooperativi della mutualità senza fini di speculazione privata. Essa ha lo scopo di favorire i soci cooperatori (i “Soci Cooperatori” e, singolarmente il “Socio Cooperatore”; congiuntamente ai Soci Finanziatori, come definiti all’articolo 24.3, i “Soci” e, singolarmente, il “Socio”), e gli appartenenti alle comunità locali nelle operazioni e nei servizi di banca, perseguendo il miglioramento delle condizioni morali, culturali ed economiche degli stessi e promuovendo lo sviluppo della cooperazione e l’educazione al risparmio e alla previdenza nonché la coesione sociale e la crescita responsabile e sostenibile del territorio nel quale opera.

La Società si distingue per il proprio orientamento sociale e per la scelta di costruire il bene comune. È altresì impegnata ad agire in coerenza con la Carta dei Valori del Credito Cooperativo e a rendere effettive forme adeguate di democrazia economico – finanziaria e lo scambio mutualistico tra i Soci Cooperatori nonché la partecipazione degli stessi alla vita sociale”. È un impegno non banale quello di esserci dati una regola come questa, la quale si aggiunge alle tante che, come per tutte le altre banche, vanno rispettate per poter “fare banca”.

Ma siamo convinti che questo arduo compito, che per quanto ci riguarda riteniamo di svolgere con coscienza e coerenza da oltre 110 anni, richieda lo sforzo congiunto di tutte quelle Persone che ogni giorno sentono il dovere personale di fare qualcosa per gli altri attraverso il loro impegno nelle innumerevoli associazioni culturali, sportive, di volontariato ecc. che caratterizzano il tessuto sociale delle nostre Comunità e che rendono particolarmente inclusivo il nostro vivere quotidiano.
Lo speciale di questo numero vuole essere un sentito ringraziamento a tutte queste Persone e una rassicurazione che PrimaCassa sarà sempre al loro fianco.