In malga Coot (Val Resia, a 1.190 m s.l.m.) passano ogni anno circa 5.000 persone. Un numero decisamente significativo in una zona bellissima e protetta (siamo nel Parco naturale delle Prealpi Giulie) ma, ovviamente, un po’ isolata.

«Dalla Statale ci separano una trentina di chilometri di strada tortuosa – spiega il gestore, Francesco Rodolfi – ma per percorrerli è necessario quasi un’ora di tempo e disporre di un presidio di primo soccorso, dunque, è assai importante per almeno due motivi: salvare vite umane e dare maggiori garanzie di sicurezza ai tanti turisti che vengono a trovarci e che, comunque, frequentano quest’area montana.

Per quanto mi riguarda, ero sensibilizzato al tema anche prima di ricevere la disponibilità del Dae da parte degli ideatori del progetto “Comunità e montagna in sicurezza” (e ho già maturato alcune esperienze di pronto soccorso) in quanto sono abilitato per gli interventi di primo soccorso anche se, ne sono convinto, la formazione in questi casi non basta mai. È vero che le macchine a disposizione – spiega Rodolfi – sono di uso semplice e intuitivo, ma per il loro corretto utilizzo serve avere una competenza specifica. Aggiungo che, in ogni caso, quest’area montana è sempre ben presidiata poiché ci sono molte persone che la frequentano e che sono abilitate all’utilizzo del DAE.

Inoltre, la malga è aperta per un periodo ben più lungo di quello considerato turistico poiché la nostra presenza è già garantita nel periodo pasquale e si esaurisce solo agli inizi di novembre. Penso che questo presidio – conclude Rodolfi -, sia una buona cosa in un momento complessivamente delicato per il turismo, ma dove le escursioni e i soggiorni in montagna segnano una nuova e positiva crescita».