Da PrimaCassa, FriulOvest Banca e Zkb, un convinto sostegno, come spiega Giuseppe Graffi Brunoro. Un impegno triennale per il posizionamento di 50 kit sanitari e l’erogazione di 20 corsi di formazione per un valore di oltre 100.000 euro.

Promosso da tre Banche di Credito Cooperativo del Friuli VG, aderenti al Gruppo Cassa Centrale Banca (PrimaCassa Credito Cooperativo Fvg, FriulOvest Banca e Zkb), il progetto “Comunità e montagna in sicurezza” si prefigge di distribuire, entro il 2021, 18 kit per il pronto intervento nel caso di emergenza sanitaria composti da un defibrillatore automatico (Dae), un kit emorragia e una dotazione di adrenalina in fiale. Altri 25 dispositivi saranno consegnati nei prossimi due anni con l’obiettivo di rendere capillare, soprattutto, la dotazione in alta quota. Destinatari dei kit saranno rifugi, esercizi commerciali, malghe attive, pievi, punti di ristoro in quota e sul demanio sciabile i cui gestori o proprietari riceveranno anche l’adeguata formazione di primo soccorso, a cura della Sores, attraverso i corsi gratuiti che hanno già preso avvio a partire dal mese di settembre.

Presidente Graffi Brunoro, quanto vale questo sostegno?

Il nostro sostegno al progetto, che ha un valore complessivo di oltre 106mila euro, è stato possibile grazie ai soci e ai clienti del Credito Cooperativo che ci consentono di riversare molte risorse sul territorio. Un sostegno che non verrà meno nemmeno in futuro e che potrà estendersi anche alla promozione dell’educazione al primo soccorso da diffondersi tra i giovani.

Il presidente di PrimaCassa Giuseppe Graffi Brunoro

Quali saranno le attività del triennio?

L’obiettivo è quello di donare un numero rilevante di dispositivi di primo intervento alle nostre comunità, di montagna e non solo, sostenendo l’erogazione di un adeguato numero di corsi di formazione per far sì che il numero maggiore possibile di persone sia in grado di intervenire in caso di malesseri improvvisi, in attesa dell’intervento dei sanitari. Non si deve dimenticare che queste dotazioni sono state rese obbligatorie, nell’agosto scorso, per tuti gli edifici pubblici e gli ambienti sportivi e di affollamento turistico. Dunque, ci attendono parecchi mesi di lavoro per organizzare una distribuzione capillare nel territorio e la necessaria formazione del personale che dovrebbe utilizzare i kit (anche se, in cuor nostro, speriamo che ciò non succeda mai).

Come sta procedendo la campagna formativa?

Molto bene, direi. I corsi organizzati finora, anche se prevedevano un numero ristretto di partecipanti, hanno registrato il tutto esaurito. Sono stati e sono molto utili anche per provare ad attenuare o eliminare le remore iniziali, da parte di alcuni, che manifestavano un certo timore nel non sapere come intervenire correttamente in caso di emergenza. Infatti, anche se si tratta di apparecchi d’uso semplice e intuitivo, serve consapevolezza nel loro utilizzo. I Dae, comunque, sono collegati con la centrale Sores che può essere d’aiuto nel momento della necessità.

Quali sono gli attori principali del progetto?

Il progetto, oltre al Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico, mette in rete la partecipazione della Federazione medico sportiva italiana, della Sala operativa regionale di emergenza sanitaria (Sores), del Parco delle Dolomiti Friulane, della Scuola medica triveneta, del Cai Fvg, di PromoTurismoFVG, di Assorifugi e dell’Associazione nazionale di servizi medici di emergenza.